Le imprese costituiscono una delle tre categorie della classe delle organizzazioni formali (a fianco della categoria delle unità della Pubblica amministrazione e della categoria delle entità del terzo settore). Alle organizzazioni formali si affiancano le organizzazioni naturali (famiglie) e le organizzazioni sociali, cioè le istituzioni statali, infrastatali e sovrastatali.

Il precedente riferimento dimostra, a conferma di quanto indicato nel punto precedente, che il “mondo delle organizzazioni” è certamente molto articolato: se poi si ricorda che ogni organizzazione, così come ogni unità che rientra in ognuna delle articolazioni, costituisce un’entità singolare per almeno alcuni significativi caratteri, si comprende che ci si trova in un “mondo” molto variegato e di difficile interpretazione e comprensione.

Nella ricerca di ridurre le conseguenze teoriche dell’eccessiva frammentazione del “mondo delle organizzazioni” e del “mondo delle imprese”, nel campo degli studi si è realizzato un proficuo impegno sia per formulare appropriati schemi interpretativi generali (paradigmi), sia, in applicazione di tali schemi, per ricondurre a unità (relativa) i molteplici approcci di studio, le varie tendenze teoriche che si sono manifestate concretamente e le “scuole teoriche” che si sono succedute nel tempo.

L’impiego teorico profuso a tal proposito ha certamente il valore di una migliore caratterizzazione dei significati attribuiti alle organizzazioni e alle imprese talché non pare inutile proporre un’esposizione seppure sintetica dei risultati conseguiti.

Innanzitutto è utile ricordare il concetto di “paradigma”: è un modello concettuale realizzato in modo schematico che ha la “forza” di attribuire alla realtà considerata il suo connotato essenziale, prioritario e principale. Evidentemente si deve trattare, altresì, di un’indicazione pertinente rispetto al fenomeno indagato e, pertanto, non può risultare generica e, in quanto tale, attribuire nel contempo a fenomeni differenti rispetto a quello che si intende analizzare.

E’ da segnalare, inoltre, che rispetto allo stesso fenomeno possono esistere molteplici schemi interpretativi o paradigmi, come avviene nel caso in cui il fenomeno di riferimento sia stato interpretato in modo diverso.

Riferirsi a un preciso schema interpretativo o paradigma, ha duplice valenza:

a)    orienta l’interpretazione e la descrizione dell’entità, indicando esplicitamente o implicitamente la graduatoria di importanza dei fattori che la caratterizzano. In tal modo si dispone di un importante strumento cognitivo che supporta le interpretazioni e le descrizioni dell’entità considerata;

b)    agevola altresì l’individuazione dei problemi, la relativa interpretazione e descrizione, nonché – aspetto particolarmente importante per i manager – facilita la formulazione e l’adozione e la realizzazione della soluzione dei problemi.

Lo schema interpretativo, infatti, svelando il significato essenziale dell’entità considerata, evidenzia, nel contempo, il modo migliore di considerarla e, quindi, di ordinare e sistematizzare i significati ad essa riferibili. Questa circostanza favorisce pure l’accertamento dei problemi e delle relative soluzioni.

In altri termini, disporre di un preciso schema interpretativo delle organizzazioni non ha esclusivamente rilievo teorico e intellettuale, peraltro tutt’altro che trascurabile, ma pure grande utilità pratica.

Nello studio dei fenomeni organizzativi, storicamente si sono cimentate varie scuole di pensiero per raggruppare le quali in ambiti interpretativi tendenzialmente omogenei lo studioso W. Scott ha proposto i tre seguenti paradigmi:

a)                sistema razionale;

b)                sistema naturale;

c)                 sistema aperto.

Il primo paradigma postula che l’organizzazione sia un’entità che ha il carattere essenziale nell’adozione della razionalità quale presupposto della sua costituzione, formazione e funzionamento.

Il secondo paradigma richiama l’attenzione sull’esigenza di attribuire rilievo anche alle variabili di tipo naturale, psicologico e sociologico per pervenire ad una compiuta concezione dell’organizzazione.

Il terzo paradigma proposto da Scott riunisce i vari orientamenti di studio sull’organizzazione che si riferiscono all’approccio per sistemi e alle relative implicazioni.

Il fatto che dovessero costituire la base del raggruppare e distinguere i diversi indirizzi e scuole scientifiche, ha attribuito ad ognuno dei tre paradigmi proposti da R.W. Scott un carattere di esclusività e di reciproca opposizione, in contraddizione sia con la stessa natura dello sviluppo scientifico, sia con le interazioni e sovrapposizioni che inderogabilmente si creano tra i risultati dell’impegno scientifico dei vari studiosi.

In un’ulteriore proposta di paradigma organizzativo le indicate limitazioni vengono meno posto che si tiene conto dell’esigenza di “cogliere” e accogliere le opportunità derivanti dall’accumulazione progressiva dei risultati scientifici, senza rifiutare di escludere le analisi incongrue e quelle incompatibili con la prospettiva prescelta.

Lo schema interpretativo cui ci si riferiscono le mie ricerche in questo ambito, in gran parte compiute in collaborazione con Giuseppe Usai, è il paradigma del “sistema dei soggetti umani e delle relazioni”.

Questo schema interpretativo si caratterizza fortemente in relazione ai tre seguenti elementi:

a)    fa riferimento alla natura di sistema dell’entità, richiamando, in tal modo, l’esigenza di utilizzare con continuità e sistematicità gli strumenti metodologici propri dei sistemi aperti e, cioè, la composizione sistemica dell’entità, l’equifinalità e il principio di contingenza;

b)    non inserisce graduazioni di potere o di altro genere tra i soggetti umani, bensì attribuisce a tutti uguale dignità di appartenenza, pur nel rispetto implicito della diversità dei ruoli, delle responsabilità e delle prerogative;

c)    sottolinea, anche per il tramite dell’impiego dei termini “collettività” e “insieme”, che deve essere dato rilievo adeguato alle relazioni tra i soggetti umani, nella prospettiva dell’agire congiunto organizzativo degli stessi.

Le implicazioni operative dell’adozione del paradigma del sistema dei soggetti umani e delle relazioni sono veramente numerose ma, forse, quelle più importanti per i manager sono le tre seguenti, non a caso tutti riferibili ai soggetti umani:

1)    l’elemento basilare delle organizzazioni è da individuare nei soggetti umani che implicitamente si considerano ben più importanti delle tecnologie (nuove o vecchie), delle risorse (finanziarie, materiali e immateriali) e di ogni altro elemento:

2)    i soggetti umani, considerati quali soggetti dell’organizzazione, risultano particolarmente importanti nel loro “insieme” e, quindi, per gli attributi che consentono loro di entrare nella “collettività” e di alimentarla;

3)    i soggetti umani non vengono qualificati in relazione ai loro attributi umani, pure rispettabili e inderogabili, bensì in relazione ai loro attributi organizzativi, cioè a quelli atti a consentire un congruo funzionamento dell’organizzazione.

Le relazioni che il manager deve instaurare con i propri collaboratori devono risultare coerenti con il rispetto sostanziale e formale dei tre elementi indicati e delle relative implicazioni.

 

Le pubblicazioni relative al tema delle organizzazioni sono le seguenti:

  1. Prefazione a G. Usai, L’efficienza nelle organizzazioni, UTET, Torino, 1990, pp. 1-13;
  2. L’impresa tra ipotesi, miti e realtà (in collaborazione con G.Usai), ISEDI, Torino, 1994;
  3. Economia  ed  etica  nei  sistemi  aperti, in L. Infantino (a cura di), Etica  della  solidarietà  ed  economia  di mercato, ”Quaderni del centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS’, Borla, Roma, 1994, pp. 91-134;
  4. Teoria della complessità in economia, “I Temi”, maggio 1995, pp. 47-70;
  5. S. Tagliagambe – G. Usai, Organizzazioni. Soggetti umani e sviluppo socio-economico, Giuffré, Milano, 1999
  6. La scuola tra contenuti e modello organizzativo, ‘Il Mulino’, n. 2, 2003, pp. 264-275,
  7. Gli  aspetti  etici  del  problema  dell’innovazione, in  G.  Ardrizzo  (a  cura  di), Governare  l’innovazione.  La responsabilità etica, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2003, pp, 29-67
  8. Organizations and Work in the 21st century: Global, European, State and Local Issues Discussed, ‘Rivista di Politica Economica’, Organizations today, 2004, n° I-II, pp. 333-346;
  9. Organizations and Work in the 21 st century: Global, European, State and Local Issues Discussed, in R. Leoni e G. Usai (editors), Organizations today, Palgrave MacMillan, New York, 2005, pp. 331-344;
  10. Estategar:  principi  basilari  per  l’elaborazione  di  una  teoria  strategica,  ‘FISEC-Estrategias’  Revista académica del Foro Iberoamericano sobre Estrategias de Comunicación -Facultad de Ciencias Sociales de la Universidad Nacional de Lomas de Zamora, Año III, Número 6, Vdossier, pp.3-130-ISSN 1669-4015 (09-04-2007)  URL  del  Documento:http://www.cienciared.com.ar/ra/doc.php?n=605URL de la Revista : http://www.fisec-estrategias.com.ar
  11. Soggetti individuali e soggetti collettivi: il nodo della relazione tra individui e imprese, ‘Sinergie’, n.72, 2007, pp. 187-223;
  12. S.  Tagliagambe  e  D.  Sugamiele, Problemi  istituzionali,  didattici  e  organizzativi  sottesi  allo  sviluppo  della governance  territoriale  e  dell’autonomia  scolastica, in  E.  Vitello, Autonomia  e  governance  del  sistema educativo lombardo, Fratelli Ferraro editori, Pozzuoli, 2007, pp. 21-48;
  13. Il  governo  locale  e  l’organizzazione  di  rete, in  E.  Vitello, Autonomia  e  governance  del  sistema  educativo lombardo, Fratelli Ferraro editori, Pozzuoli, 2007, pp. 72-89,
  14. S. Tagliagambe, G. Usai, Individui e imprese: centralità delle relazioni, Giuffrè, Milano, 2008;
  15. Intervento  di  Silvano  Tagliagambe,  in  P.  Corsi,  a  cura  di, Saperi  e  poteri.  Informazione  e  cultura  nella network  society,  Università  Bocconi  Editore,  Egea,  Milano,  2008,  pp.  57-87. Edizione  fuori  commercio. Supplemento a “La Rivista dei libri”, n° 11, novembre 2008;
  16. S. Tagliagambe-G. Usai, Soggetti umani e soggetti collettivi nell’impresa e oltre l’impresa, ‘Sinergie’, anno XXVII, n. 79, maggio-agosto 2009, pp. 173-191;
  17. Organizzazione  a  rete  dei  sistemi  formativi,  in  M.R.  Capuano  e  M.  Fusco,  Autonomia  e  governance territoriale dei sistemi di istruzione e formazione professionale, Guerini e Associati, Milano, 2010, pp. 33-41;
  18. Reti  e  ambienti  di  apprendimento, in  M.R.  Capuano  e  M.  Fusco, Autonomia  e  governance  territoriale  dei sistemi di istruzione e formazione professionale, Guerini e Associati, Milano, 2010, pp. 190-197.