Come le più elementari membrane cellulari risalenti alle origini del mondo, anche il corpo dell’uomo moderno è rivestito di un involucro esterno che ha il compito di “contenere” e “proteggere” ciò che è racchiuso al suo interno. Questo involucro non è però dotato di natura stagna: esso infatti permette l’accessodal mondo esterno di materiali  solidi, liquidi e gassosi di varia natura nonché la fuoriuscita verso il mondo esterno dei prodotti di scarto dei processi di funzionamento interno del corpo stesso. A seconda delle sue modalità operative ed interpretative, questo involucro viene denominato “contenitore”, “frontiera” e/o “confine”.

Questo confine è però dotato di alcune singolarità interessanti che non lo fanno troppo assimilare a notazioni paritetiche di natura geografica (le frontiere tra stato e stato), di natura militare (costruzioni atte all’impedimento del passaggio di unità militari umane o armamenti di complessa costituzione tecnologica), di natura biologica (strati e substrati di tessuto che tengono separate due zone che non devono assolutamente entrare in contatto).

Esso è infatti un confine perforabile, in primis senza danno, da particolari tipi di segnali di natura chimica e fisica i quali trasportano informazione e comunicazione tra l’ambiente esterno e l’habitat interno del corpo umano, permettendo un insieme di funzioni fondamentali cui si dà spesso la definizione di “vita”.

La storia della vita dell’uomo è la storia della continua evoluzione della natura di questo “confine” il quale si è andato via via estendendo fino a creare un insieme di supporti (dai primi manufatti ottenuti modificando alcuni oggetti reperibili in natura fino all’alta tecnologia odierna) alle attività umane in tutti le più dettagliate funzioni della esistenza quotidiana e secolare.

L’uomo che scava, l’uomo che conta, l’uomo che erige, l’uomo che segna, l’uomo che legge, l’uomo che calcola, l’uomo che addomestica animali, l’uomo che usa l’energia del fuoco, dell’acqua, del vento, del sole, l’uomo che usa macchine per elementari calcoli possono tutti essere raccontati in termini di mutamento innovativo del confine stesso dell’uomo. E’ quindi possibile tracciare una epistemologia del confine. Ed è appunto di questa specifica epistemologia che mi sono occupato a partire dal 1997 con l’opera intitolata proprio Epistemologia del confine.

In scritti successivi ho evidenziato come gli sviluppi delle tecnologie informatiche, che è già possibile riconoscere e immaginare, conducano a una crescente e sempre più intensa delega alle macchine e agli artefatti di alcune funzioni e attività cerebrali prima interamente svolte allo interno del suo cranio e del suo sistema senso-motorio. Ha quindi un senso ben preciso e definito affermare che i “confini” dell’Io si espandono e si dilatano fino a comprendere sempre di più quello che possiamo chiamare il “polo artificiale” della vita dell’uomo. Da questo punto di vista l’uomo non può quindi essere considerato una entità rigorosamente chiusa all’interno della linea di demarcazione del proprio sistema senso-motorio. Diventa, invece, una tipica realtà di confine nel senso che le sue potenzialità, la  efficacia e la efficienza dei suoi comportamenti e delle sue azioni dipendono in maniera sensibile dalla molteplicità e dalla varietà delle sue interazioni comunicative che egli sarà in grado di attivare e gestire sia con gli artefatti sia con le macchine intelligenti di cui sa e può servirsi.

Qui di seguito le Pubblicazioni relative  a questo tema:

  1. Epistemologia: la linea di confine, ‘Campo’, N.2, 1991,pp. 17-21;
  2. Le rivoluzioni scientifiche e il concetto di confine fra tradizione e innovazione, in A. Di Meo, A. Postigliola, G.E.  Viola, Il  concetto  di  rivoluzione. Scienza,  storia,  epistemologia,  Istituto  della  Enciclopedia  Italiana, Roma, 1991, pp. 35-54;
  3. Evento, confine, alterità , ‘Atque’, n. 7, 1993, pp. 11-44;
  4. V.I.  Vernadskij, Pensieri  filosofici  di  un  naturalista.  Traduzione  e  studio  storico-introduttivo  di  S. Tagliagambe. Edizioni Teknos, Roma, 1994;
  5. Realismo ed epistemologia del confine, in F. Minazzi (a cura di), L’oggettività della conoscenza scientifica, F. Angeli, Milano, 1996, pp. 199-269;
  6. La mente come realtà di confine, ‘Sapere’, 1996, n.4, pp. 27-33;
  7. Epistemologia del confine, Il Saggiatore, Milano, 1997;
  8. Macchine al limite del sé, ‘Il Cannocchiale’, 2, 97, pp. 13-34;
  9. Simbolo  e  confine.  Goethe  e  la  cultura  russa, in G. Giorello e A. Greco (a cura di), Goethe  scienziato, Einaudi, Torino, 1998, pp.91-121;
  10. L’intelligenza come realtà di confine, in M. D’Agostino, G. Giorello, S. Veca, a cura di, Logica e politica, Il Saggiatore, Milano, 2001, pp. 255-286;
  11. Il sogno di Dostoevskij. Come la mente emerge dal cervello, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2002;
  12. From Truth to the “Coupling Relation” between internal and external information, in R. Dottori (ed.), The legitimacy  of  truth, ‘Yearbook  of  philosophical  hermeneutics’,  1/2002,  LIT  VERLAG,  Münster-HamburgLondon, 2003, pp.211-240;
  13. Vladimir Ivanovič Vernadskij. Quali confini tra scienza e filosofia, in M. Giovannetti, a cura di, Ai confini tra scienza e filosofia, Edizioni Plus-Pisa University Press, Pisa 2004, pp. 53-81.
  14. Le due vie della percezione e l’epistemologia del progetto, Franco Angeli, Milano, 2005;
  15. Come leggere Florenskij, Bompiani, Milano, 2006;
  16. La tecnica come proiezione degli organi e il mondo intermedio, in B. Antomarini-S.Tagliagambe (a cura di), La tecnica e il corpo. Riflessioni su uno scritto di Pavel Florenskij, Franco Angeli, Milano, 2007, pp. 58-88;
  17. Il  progetto  e  il  mondo  intermedio,  in  A.  Piva,  F:  Bonicalzi,  P.  Galliani, Archtiettura  e  politica, Gangemi, Roma, 2007, pp. 49-59;
  18. Rovesciamento e mondo intermedio: l’epistemologia del simbolo di Pavel Florenskij, in P. Maninchedda, a cura  di,Recensioni  e  biografie.  Libri  e  maestri.  Atti  del  2°  seminario  del  centro  di  studi  filologici  sardi. Alghero 19/20 maggio 2006, CUEC, Cagliari, 2007, pp. 105-149;
  19. L’identità come confine, in ‘Mediazione familiare sistemica’, n. 5/6, ottobre 2007,pp. 15-43;
  20. Lo spazio intermedio, Università Bocconi Editore, Milano, 2008;
  21. El espacio intermedio. Red, individuo y comunidad, Fragua Editorial, Madrid, 2009;
  22. Informazione e conoscenza: reti per unire o per dividere, in G.C. De Martin-F. Mazzocchio, Condividere il mondo. La dimensione universale del bene commune, Editrice a.v.e. Roma, 2009, pp. 109-132.
  23. La politica nello spazio intermedio, in Psiche e Politica, ‘Rivista di Psicologia analitica’, Nuova serie, n. 29, vol. 81/2010, pp. 145-165;
  24. D. Antiseri, P. Maninchedda. S. Tagliagambe, La libertà, le lettere, il potere, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2011;
  25. I confini tra linea di demarcazione e porosità, in M. Guglielmi-M. Pala, Frontiere Confini Limiti, Armando, Roma, 2011, pp. 221-244;
  26. Il cielo incarnato. L’epistemologia del simbolo di Pavel Florenskij, Aracne, Roma 2013;
  27. Biosfera,  noosfera  y  el  paralelismo  entre  la  evolución  de  los  organismos  vivos  y  el  desarrollo  de  la tecnología,  in  Neurocomunicación. Gestion  de  la  Comunicación  Socialbasada en las Neurociencias. Proyecto de Investigación CS02011-28099 Informe 2012. Plan Nacional de I + D. Minesterio de Economia y
    Competitividad: Secretería de Estado de Investigación, Desarollo e Innovación, ThinkCom-Editorial Fragua, Madrid 2013, pp.21-46.